Rifugi ecosostenibili
Rifugi ecosostenibili nelle Dolomiti
Vi siete mai chiesti se esistono dei rifugi ecosostenibili nelle Dolomiti? O come possa l’energia raggiungere le vette delle montagne, in un luogo tanto ameno quanto lontano da ogni comodità?
Località splendide dove trascorrere delle ore di pace, circondati da panorami mozzafiato e paesaggi da cartolina, che però devono funzionare in maniera efficiente per permettere agli amanti della montagna di godere dei servizi di bar, ristoranti e alberghi, anche ad alta quota.
Rifugi ecosostenibili, ci pensa il sole.
Per creare l’energia adatta ai rifugi ecosostenibili il sole è un ottimo alleato.
Durante quest’estate, in circa quattro mesi da fine maggio a metà settembre, lo staff di Cuprum, si è occupato della riqualificazione energetica di otto rifugi sulle Dolomiti, potenziando gli impianti fotovoltaici installati negli anni 2004 – 2005.
Anche sulle cime delle montagne patrimonio UNESCO i pannelli fotovoltaici sono una soluzione perfetta per creare ed accumulare energia. Quando il sole manca esiste una batteria capace di immagazzinare energia che può essere utilizzata di notte oppure durante le giornate di pioggia.
Quando mancano gli impianti fotovoltaici, è un gruppo elettrogeno a portare energia nei rifugi delle Dolomiti.
Rifugi ecosostenibili, come fare?
Abbiamo capito che è possibile portare l’energia nei rifugi delle Dolomiti, ma come è possibile farlo?
Quasi tutti i rifugi non hanno vie d’accesso comode come strade o teleferiche capaci di trasportare i materiali necessari a compiere i lavori.
Inoltre i rifugi sono che accolgono ogni fine settimana molti camminatori ed escursionisti. Non è possibile tenere chiuso perché ci sono degli operai impegnati a lavorare.
Una settimana in rifugio.
I tecnici di Cuprum hanno raggiunto i rifugi con l’ausilio di un elicottero, portando con loro tutti i materiali necessari, sicuri di non dimenticare nulla.
Il piano di lavoro è stato preciso e curato in tutti i dettagli, perché quando ci si trova a lavorare ad oltre 2.000 metri d’altezza, non ci si può permettere di sottovalutare nulla.
Il lavoro va pianificato in ogni minimo dettaglio, ogni imprevisto deve essere preventivato in anticipo, per non dimenticare nulla, per non trovarsi impreparati davanti ad una difficoltà.
Lavorare in un rifugio significa vivere nel rifugio stesso, non tornare a casa la sera ma passare un’intera settimana circondati da montagne; come tetto il cielo, come compagnia i colleghi e i gestori del rifugio, che diventano amici e compagni di chiacchiere.
Il tempo per distrarsi però è davvero poco. Il fine settimana è più vicino di quanto non si possa credere e bisogna procedere spediti, quindi si lavora anche tredici ore al giorno, fino alle otto di sera, poi si cena, una doccia e infine a letto.
Vita dura certo ma quando a fare da sveglia ci pensa il sole che fa capolino tra i massicci di roccia e l’alba che spazza via le stelle e il buio della notte, tra l’aria fina di montagna e il silenzio della natura, allora è chiaro che questa è una di quelle esperienze che difficilmente si possono dimenticare.